LA SCOMPARSA DI VINCENZO CONSOLO

di Margherita Ganeri

La recente scomparsa di Vincenzo Consolo (nato nel 1933) è causa di un lutto irreparabile nel mondo culturale e letterario non solo nazionale. Scrittore particolarmente raffinato, ultimo erede della grande tradizione siciliana del Novecento, lascia in eredità una produzione narrativa di assoluto rilievo e di vastissimo respiro. Nei suoi tre più noti romanzi storici, e cioè Il sorriso dell'ignoto marinaio (1976), Retablo (1987) e Nottetempo casa per casa (1992), la rievocazione del passato è condotta alla luce di una notevole tensione attualizzante, che investe il rapporto tra la memoria e il linguaggio, con la sua sedimentazione e stratificazione, anche connotativa. Le forti ascendenze leopardiane, visibili soprattutto in Lunaria (1985), sono filtrate attraverso i maestri del romanzo siciliano, soprattutto Federico De Roberto, Pirandello e Sciascia. La ricostruzione memoriale, in uno stile caratterizzato da preziosismo, si pone come un’alternativa intellettuale alle rimozioni operate dal potere, perlustrando le crepe, gli interstizi della storia, alla ricerca di ciò che è stato represso e occultato.

         Nel Sorriso dell’ignoto marinaio, il tema tipicamente siciliano del fallimento del Risorgimento si condensa in alcune immagini allegoriche. Una di esse è data dal celebre ritratto di Antonello da Messina che dà il titolo al romanzo, proprietà del personaggio storico del barone Mandralisca di Cefalù, emblematicamente fissato nell’increspatura sottile, mobile, fuggevole dell’ironia.

         Anche in Retablo, un termine catalano che indica i dipinti su tavola suddivisi in scomparti che illustrano le varie fasi di una storia, la trama è costruita secondo intrecci complessi fino al virtuosismo. Sulla fitta intersezione di vicende domina l’immagine barocca, sensuale e sanguigna della Sicilia del Settecento attraversata dal pittore milanese Fabrizio Clerici, che la descrive in un diario per l’amata Teresa Blasco, facendola diventare allegoria dell’irrazionalità e dell’insensatezza della vita.

         In Nottetempo casa per casa emerge il rapporto tra la storia e la scrittura. Ed è emblematico che Petro, l'anarchico protagonista costretto a fuggire dalla Sicilia dopo aver tentato la lotta politica, mentre viaggia verso Tunisi lasci cadere in mare un libro contenente vaticini sulla futura liberazione del mondo da parte degli anarchici. Con questo gesto, il personaggio non vuole liberarsi della scrittura, ma riscrivere, in un nuovo libro, tutto il male della storia. Ne viene riconfermata la centralità, per la memoria storica, dell’impostura. La dispersione e la manipolazione dei documenti scritti sono i temi ossessivi di una scrittura iperletteraria ed elegante, fitta di citazioni e di criptocitazioni. Attraverso la mescolanza della più aulica ed erudita tradizione letteraria con il dialetto siciliano, la lingua di Consolo costruisce un inimitabile impasto di barocca arcaicità straniata improntata alla ricerca di effetti lirici. 

 

EMIGRANTE MERIDIONALE, SICILIANO VERO

di Vincenzo Stranieri

(Il Quotidiano della Calabria)


LE BATTAGLIE DELL'IGNOTO MARINAIO

di Mario Baudino (La Stampa)